
La casa del futuro ne “Il Manifesto dell’abitare” al Fuorisalone 2021
Presentato al Fuorisalone 2021, “Il Manifesto dell’Abitare” è “uno strumento utile alla progettazione degli spazi domestici del futuro”.
Si tratta di un documento bellissimo, che invitiamo a leggere per intero cliccando qui, frutto di un lavoro congiunto tra Strategy Innovation, StudioLabo, Fuorisalone.it e alcune aziende partner.
Obiettivo primario del Manifesto è provare a delineare la casa del futuro, influenzata, com’è facile intuire, dalla Pandemia e, in particolare, dal periodo di lockdown vissuto durante la primavera del 2020.
Di cosa parliamo in questo articolo
Di-stanze
“[…] Nel caso dell’abitazione, abbiamo tentato di ripensare in maniera del tutto nuova e ‘paradossale’ le forme dell’abitare per cercare di risolvere una questione apparentemente insolubile: come poter garantire la soddisfazione di un bisogno primario come la socialità e il sentimento di appartenenza senza ledere necessità altrettanto importanti, come l’indipen – denza, la riservatezza o l’intimità? La risposta sta nel concetto di ‘distanza’ […]”
Il punto di partenza dell’impostazione “filosofica” del Manifesto consiste nel rapporto, all’apparenza oppositivo, tra l’individualità e la socialità, la distanza tra la nostra necessità di “rifugiarsi” tra le quattro mura di casa e quella della relazione con gli altri.
“Per calcolare la giusta distanza, compresa fra i due estremi vicinanza-lontananza, bisogna tenere conto degli elementi psicologici, sociali e culturali, oltre che fisici, che definiscono tali estremi. Per questo motivo per progettare gli spazi abitativi servono competenze eterogenee. Progettare la giusta distanza diventa allora un’arte collettiva.”
È così che nasce il concetto di “Di-stanze”, ovvero la necessità di disegnare spazi adatti a ospitare le relazioni tra le persone partendo da
“un’unità di analisi semplice, un contenitore universalmente conosciuto, che gioca un ruolo fondamentale nella definizione delle distanze fisiche e sociale: la stanza.”
Le stanze della casa del futuro
Nel delineare l’idea di abitare del futuro, nel Manifesto si prendono in considerazione le seguenti stanze, ognuna con le sue peculiarità e le sue necessarie evoluzioni.
- Salotto;
- Cucina;
- Studio;
- Palestra;
- Camera da letto;
- Cameretta;
- Bagno;
- Giardino;
- Serra;
- Garage;
- Quartiere;
- Vano.
Vediamole più nel dettaglio.
1. Salotto
Come ci ricordano gli autori del documento, il salotto è l’unico ambiente della casa non concepito in risposta a un’esigenza o bisogno fisico e fisiologico del nostro organismo, non è un caso che spesso in passato era una stanza di rappresentanza, destinata a essere utilizzata e vissuta in occasioni speciali, e tenuta come un museo.
Oggi, invece, il salotto rispecchia molto di più il significato del termine inglese “living room”, ovvero una stanza nella quale si trascorre buona parte della giornata, molto viva e vissuta.
“Spogliato dai vincoli della funzionalità, il salotto diviene sede di quelle attività che, non direttamente riferibili ai bisogni fisici e fisiologici, interagiscono con la sfera delle emozioni e dei sentimenti, con i bisogni dello spirito e di quell’animo che sentiamo senza vedere e che necessita di conoscenza, cultura, socializzazione, affermazione della propria individualità e stima presso la collettività. Il salotto assume allora un valore sacrale, andando a sostituire l’antico focolare domestico, centro della casa nonché fonte di luce e di calore.”
Il salotto del futuro, quindi, deve rappresentare una stanza destinata all’aggregazione, alle relazioni, ai rapporti interpersonali, alla socialità e al tempo stesso all’intimità, alla calma e al relax, in un perfetto equilibrio tra pubblico e privato.
2. Cucina
Il cibo non è solo nutrimento per il corpo, è anche emozione, convivialità, passione, condivisione.
“Cucinare per qualcuno, provvedere non solo alla sua sazietà, ma anche al suo godimento, rappresenta un vero e proprio atto d’amore, espressione di cura e interesse per il benessere del prossimo, o di sé.”
La cucina, quindi, deve diventare un luogo che travalica la semplice “stanza in cui si prepara da mangiare”, uno spazio mentale, nel quale possono sentirsi a proprio agio tutti, dallo chef stellato alla proverbiale “casalinga di Voghera”, passando per la food blogger e il cuoco amatoriale.
3. Studio
Scomodando addirittura l’opera di Antonello da Messina “San Girolamo nello studio”, nella quale si ritrae il santo alle prese con lo studio di un volume miniato, gli autori del Manifesto intendono prendere spunto dai tantissimi dettagli presenti nell’opera dell’artista siciliano, che inserisce una postazione da studio spoglia e morigerata all’interno di uno spazio dalle architetture gotiche, quasi a raccontare il nostro presente fatto di smart working e lavoro da casa.
Durante questi ultimi mesi, e in particolare in pieno lockdown, milioni di persone hanno dovuto portare letteralmente il lavoro a casa, spesso senza disporre di spazi adeguati.
Ecco che ci siamo trovati a lavorare con i nostri laptop sul tavolo della cucina, sul divano, sul tavolo del soggiorno.
“È necessario considerare le esigenze di tutti gli abitanti della casa grazie a una progettazione degli spazi che soddisfi al meglio le necessità delle distanze e dell’intimità, dando loro nuovi significati.”
La casa del futuro non potrà non tenere conto di questa esigenza, con la creazione di uno spazio destinato al lavoro perfettamente integrata all’interno di un ambiente più ampio destinato, invece, alle relazioni, alla famiglia, al divertimento.
4. Palestra
Durante il lockdown, con le palestre e altri luoghi destinati allo sport chiusi, ci siamo dovuti arrangiare a fare attività fisica in casa, spesso in condizioni non proprio ottimali.
Recuperando l’antico ruolo della palestra dell’antica Grecia, gli autori sottolineano come considerare la palestra quale semplice spazio di allenamento sarebbe riduttivo, ricordando che fitness, in inglese, significa, di fatto, adattarsi.
“Si può essere ‘fit’ anche senza essere atleti, dedicandosi all’esercizio fisico con obiettivi salutistici, estetici e di puro intrattenimento. Non sono perciò necessari attrezzi costosi o macchinari ingombranti: per abbracciare uno stile di vita sano ed equilibrato bastano costanza e buona volontà, che ci permettono di trasformare anche un terrazzino sgombro, un angolo di giardino o un qualsiasi spazio disponibile nella nostra personale palestra in cui allenare il corpo, ma soprattutto la mente – motore di ogni movimento.”
È sufficiente, quindi, creare un piccolo angolo dedicato al benessere personale, adatto alle proprie esigenze personali.
5. Camera da letto
La camera da letto, come la cucina, risponde ad un’esigenza fisiologica, quella del riposo, ma è molto più di questo.
In questa stanza, infatti, va in scena anche l’incontro intimo e passionale con il proprio partner.
“Sogno e sensualità sono intimamente legati e trovano la loro piena espressione nello spazio della camera da letto. Così, essa va a rappresentare uno spazio di completo abbandono, dove lasciamo andare il controllo su noi stessi e sul mondo – non senza aver riesaminato le azioni del giorno appena trascorso e programmato quelle a venire.”
La camera da letto del futuro deve fondere queste due anime, da un lato la necessità di riposare e dormire, dall’altra il desiderio dell’incontro, dell’intimità, del diletto.
6. Cameretta
La cameretta è uno spazio destinato al gioco, al divertimento, ma per sua stessa natura non può essere statico, deve necessariamente evolversi insieme ai suoi “abitanti”.
“La cameretta si configura allora come uno spazio di definizione dell’identità, in continua evoluzione. E se il bambino è naturalmente incline a riconoscere e rispettare la serietà del gioco, l’adulto ha spesso perso la capacità di giocare, di abbandonarsi alla creatività e alla fantasia, sepolte sotto una spessa coltre di pragmatico e cinico realismo. Diventa allora fondamentale ripensare uno spazio di gioco, una moderna cameretta dove anche gli adulti possono (ri)scoprire il valore del gioco e la relazione con quel ‘fanciullino’ capace di varcare i confini dell’immaginazione alla scoperta del futuro e – perché no – dell’impossibile.”
7. Bagno
In passato il bagno svolgeva semplicemente il suo ruolo di servizio, finalizzato all’espletamento delle funzioni corporee e all’igiene personale.
Oggi non è più così.
Il benessere passa anche dall’igiene personale, dal nostro prenderci cura del corpo e quindi della mente, un vero e proprio rituale, un po’ come accade nella cultura nipponica dell’ofuro.
“Considerare la stanza da bagno come un semplice spazio di servizio significherebbe, quindi, ignorarne l’essenza e il profondo valore sociale e relazionale. Per questo, il bagno del futuro concilia intimità e condivisione, individualità e socialità, solitudine e relazioni, trasformandosi in un luogo dove curare l’igiene del corpo e della mente.”
8. Giardino
Il giardino ha sempre rappresentato uno spazio in bilico tra la privacy, l’intimità garantita dalle mura perimetrali e dagli elementi naturali, e il pubblico, la necessità di entrare in contatto con la natura.
Si tratta di un luogo destinato alla ricerca del benessere, alla meditazione, alla riflessione, ma anche al gioco, al relax, al divertimento.
Da non sottovalutare, poi, il ruolo del giardino come orto, dove coltivare vegetali, fiori, erbe aromatiche, piante da frutto.
“Unendo attività pratica e attività contemplativa, l’orto si trasforma così in una straordinaria opportunità per riconciliarsi con le proprie radici, attraverso la (ri)scoperta dei ritmi della natura e dei gesti dei nostri predecessori, provvedendo non solo al nutrimento del corpo, ma anche e soprattutto a quello dell’animo.”
9. Serra
La serra è uno spazio meno convenzionale, solitamente destinato alla coltivazione di piante che necessitano di condizioni climatiche differenti rispetto a quelle del luogo in cui ci si trova.
L’idea degli autori del Manifesto è quella di ripescare la serra come un luogo dedito alla sperimentazione, un laboratorio in cui innovare e, perché no, fallire.
“La serra del futuro si riappropria allora di questa dimensione, trasformandosi in un laboratorio di ricerca e sperimentazione, una sorta di hub dell’innovazione sui generis: sempre, comunque, uno spazio fluido che raggruppa al suo interno diverse identità, senza limiti o separazioni.”
10. Garage
Siamo abituati a muoverci in auto – o con i mezzi di trasporto pubblici – questo ha reso necessario uno spazio destinato ad accogliere il nostro mezzo di locomozione.
Con la pandemia (ma non solo) abbiamo riscoperto il piacere di camminare a piedi o con mezzi a trazione biologica (come la bicicletta o il monopattino), ecco che il garage assume un ruolo un po’ diverso rispetto al passato, anche in vista di una evoluzione delle città secondo il concetto, sposato da diversi urbanisti come Stefano Boeri, della “città dei 15 minuti”, in cui è possibile trovare tutto ciò di cui si ha bisogno in un raggio ristretto, percorribile a piedi.
“Da rifugio per le automobili, il garage del futuro custodirà solo mezzi a energia biologica, funzionali a una mobilità che rispetta i bioritmi dell’uomo e della natura, attenta all’ambiente e fonte di innumerevoli benefici anche a livello della nostra salute psicofisica.”
11. Quartiere
Ritornando al concetto espresso all’inizio, una casa è uno spazio privato che garantisce l’individualità, ma va sempre calata all’interno di un contesto pubblico, a partire dal quartiere.
Durante la pandemia abbiamo un po’ riscoperto la prossimità, a causa delle limitazioni allo spostamento, facendoci capire il ruolo della “piazza”, del luogo di condivisione, incontro e socialità per eccellenza, che nessuno spazio chiuso può davvero sostituire.
“Ora più che mai appare quindi necessario riscoprire la dimensione del quartiere, ricominciare ad abitarlo. Una passeggiata di quindici minuti dovrebbe definire uno spazio senza barriere né architettoniche né culturali: un quartiere a misura di tutti, luogo di incontro e inclusione sociale in cui tutti sentono di appartenere a una comunità.”
12. Vano
Infine, c’è il “vano”, uno spazio aggiuntivo, senza una destinazione specifica, che ognuno può cucire sulle proprie esigenze e sui propri desideri.
“Uno spazio prezioso perché ci permette di trasformare il nostro monologo di stanze in un dialogo con chi ci legge.”
La scelta è nostra!
Come cambia il valore di una casa
Quando si parla di valore di una casa si tiene in genere conto delle dimensioni dell’immobile, del numero di stanze, servizi, pertinenze, l’estetica, ma si tratta di un calcolo molto parziale.
Il valore complessivo di una casa, per gli autori del Manifesto, è dato dai valori racchiusi in ciascuna delle stanze che la compongono, misurati sia in termini fisici che relazionali.
“Una casa grande in un bel posto è una buona partenza ma saranno le relazioni costruite nel tempo al suo interno e con l’esterno che ne determineranno il valore complessivo.”
Il tutto viene illustrato attraverso una affascinante formula matematica, che riportiamo di seguito.

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