
Perché investire nelle Residenze per anziani in Italia
Parafrasando il titolo del libro di Cormac McCarthy, e dell’omonimo film dei fratelli Coen, l’Italia è un Paese per vecchi, nel senso che l’età media è elevata e tutti i trend demografici indicano un peggioramento nei prossimi anni e decenni.
Basta dare un semplice sguardo alla Piramide dell’età per capire quanto questo sia, già oggi, un problema per il Paese.
Come si evince da questo grafico, la fetta di popolazione più densa, nel 2019, è rappresentata proprio dai baby boomers, quindi da chi ha un’età compresa tra i 50 e i 60 anni.
Tra dieci anni, l’età media degli italiani tenderà ad aumentare, rendendo più nutrita la porzione di popolazione di età compresa tra i 50 e i 70 anni.
Stiamo parlando, numeri alla mano, di un passaggio da 13,6 milioni di over 65 nel 2019 a 17,8 milioni nel 2035, una crescita del 31%.
Numeri impressionanti, riportati dal Rapporto sulle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA), messo a punto da UBI Banca in collaborazione con gli studi legali Duff & Phepls REAG e Legance – Avvocati Associati.

Di cosa parliamo in questo articolo
Le due facce della stessa medaglia
La situazione appena descritta ha, e avrà nei prossimi anni, ricadute molto violente sul tessuto socio-economico del Paese, in particolare dal punto di vista sanitario.
Infatti, una popolazione che invecchia sempre più necessita di cure mediche in misura e frequenza maggiori.
Come spesso accade, però, ogni medaglia ha due facce, e se da un lato l’aumento dell’aspettativa di vita comporta grossi sforzi per le casse dello stato e l’economia in generale (pensiamo, ad esempio, alla previdenza sociale), dall’altro offre interessanti opportunità di business.
In particolare, rende particolarmente vantaggioso investire nelle residenze per anziani.
Vediamo insieme perché conviene puntare su questo segmento di mercato.
Investire nelle residenze per anziani: attesi circa 15-23 miliardi di euro entro il 2035
In un interessante articolo pubblicato lo scorso ottobre da Il Sole 24 Ore sono riportati alcuni dati che disegnano in modo efficace le dimensioni di questa tipologia di investimento.
- 550 milioni di investimenti nel 2017;
- 400 milioni di investimenti nel 2018;
- rendimenti medi lordi stimati tra il 6% il 7,5%;
- dai 15 ai 23 miliardi di euro di investimenti stimati entro il 2035;
- copertura di buona parte delle rette di degenze (dal 35% al 50%) – la cosiddetta quota sanitaria, che si somma alla quota alberghiera – da parte delle Regioni, che rappresentano una garanzia per l’investitore;

Leggendo queste cifre non stupisce che grossi gruppi finanziari, assicurativi e fondi immobiliari, stiano investendo tantissime risorse nella costruzione di residenze per anziani.
Nel 2018, ad esempio, il Fondo Pensione del gruppo Intesa Sanpaolo ha investito 30 milioni in Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA), individuando dei partner per la gestione delle strutture.
Anche la già citata Ubi Banca ha investito nelle Residenze per Anziani.
Dal 2017 a oggi la Divisione CIB di UBI Banca ha erogato nel settore di riferimento circa 110 milioni di euro di finanziamenti, di cui circa il 65 per cento per acquisto o sviluppo di RSA tutte accreditate o convenzionate con il Sistema Sanitario Nazionale.
Ancora, nel corso del 2018 Cattolica Assicurazioni ha finalizzate alcune importanti operazioni, tra le quali la costituzione del Fondo Innovazione Salute, dedicato alle residenze per anziani, che inaugura una partnership tra Cattolica e Coopselios, primo operatore cooperativo nelle residenze sanitarie assistenziali (RSA) in Italia.
Nel corso del 2018 sono state apportate 9 strutture e seguiranno ulteriori acquisti nel 2019/2020.
Un gap da recuperare con gli altri Paesi Europei
Abbiamo visto che i trend demografici suggeriscono, in modo inequivocabile, l’avanzamento dell’età media del Paese e un invecchiamento generale della popolazione.
Di conseguenza, aumenterà il numero di persone over 65 non autosufficienti, che avranno bisogno di assistenza qualificata.
Al momento, in Italia ci sono solo 4 mila Rsa, per poco più di 200 mila posti, contro i 876 mila posti letto della Germania, i 720 mila posti letto della Francia ed i 373 mila della Spagna.

“Esiste quindi un deficit di offerta di posti letto in strutture specializzate per l’assistenza ad anziani non autosufficienti che tenderà a crescere esponenzialmente nei prossimi anni se non ci saranno gli investimenti necessari per la realizzazione di decina di migliaia di nuovi posti letto.”
Purtroppo nel nostro Paese siamo più lenti a recepire le novità dall’estero, ma questi dati ci fanno capire che, senza un ingente investimento da parte di privati nelle residenze per anziani, ci troveremo ad affrontare una vera e propria crisi sociale nel giro di pochi anni.
Come riportato dal rapporto di UBI Banca, infatti, il ruolo del pubblico nel settore delle RSA è marginale rispetto a quello del settore privato, che si compone di società profit e organizzazioni non profit.
Conclusioni
Gli investimenti nelle residenze per anziani, altrimenti note come Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA), si inseriscono in un ambito più ampio del cosiddetto senior housing & care che sta assumendo dimensioni sempre più interessanti in tutta Europa.
Si tratta di un settore nel quale conviene fare investimenti mirati, perché tutti gli indicatori mostrano grosse potenzialità, rendimenti interessanti e proiezioni favorevoli nel lungo periodo.
Questo, insieme allo student housing, sono forse i due investimenti più interessanti da perseguire nel real estate.
Dal 1980 costruiamo e vendiamo case nella città di Roma e nei comuni limitrofi, con impegno, competenza e passione.
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